Intervista a Claudio Cola, presidente Uici regionale e membro del Cps
Negli ultimi cinque anni il management del Centro Regionale Sant’Alessio ha concentrato i propri sforzi per mettere in sicurezza i conti ed efficientare tutti i servizi: le politiche messe in campo per garantire stabilità all’Ente, anche grazie ad un’accresciuta sinergia con l’Uici, l’Irifor, la Federazione delle Istituzioni Pro Ciechi, l’Istituto Romagnoli, le Istituzioni regionali, il CPS, sono state infatti determinanti per avviare una serie di iniziative che hanno rafforzato la mission istituzionale del Centro. A partire da questi importanti risultati, il Comitato di Programmazione e Sorveglianza, prima della pausa estiva ha tracciato alcune linee guida per la condivisione degli indirizzi di gestione dell’Ente.
Ne parliamo con Claudio Cola, presidente dell’Uici regionale e membro del Cps.
Cola, qual è stato il lavoro del Cps in questi anni?
In questi anni il lavoro di indirizzo e controllo del Cps ha accompagnato il management del Sant’Alessio nel percorso di risanamento dei conti, in particolare sotto la presidenza della dottoressa Carla Collicelli l’impegno è stato più continuo, determinante, proficuo. Ora siamo in una fase cruciale della storia del Sant’Alessio: il lavoro comune deve proiettare il Centro Regionale nella modernità, raccogliendone le sfide.
Quali sono le linee guida che avete tracciato?
Anzitutto riteniamo di puntare sull’inclusione scolastica, il rilancio della formazione professionale come fattore determinante per l’inclusione sociale dei disabili visivi, lo sviluppo sul territorio del Lazio dei servizi educativi e riabilitativi. Vi sono poi obiettivi legati all’analisi del mutato quadro della disabilità visiva nel Lazio: l’aumento dell’ipovisione e la diminuzione della cecità assoluta nell’infanzia, l’aumento esponenziale della pluridisabilità soprattutto nell’infanzia ed un aumento delle malattie che nell’anziano portano alla disabilità visiva. Anche l’utenza del Sant’Alessio è, dunque, cambiata e occorre rispondere a questi cambiamenti con sempre maggior efficacia. Ad esempio, Il 70% di tutti i disabili visivi del Lazio ha più di 65 anni ed è quindi necessaria l’istituzione di una RSA per gli anziani disabili visivi. Parallelamente è necessario istituire anche un servizio di supporto rivolto ai bambini da 0 a 3 anni e alle loro famiglie. Abbiamo ritenuto importante anche proseguire le attività per rafforzare la comunicazione dell’Ente e la promozione delle attività per l’aggregazione dei più piccoli e dei giovani.
Quali azioni sono previste per il rafforzamento dei servizi sul territorio?
Il decentramento dei servizi è importantissimo per raggiungere i disabili visivi che vivono nel Lazio e che possono avere difficoltà a raggiungere le sedi oggi attive. Per questo è necessario pensare alla creazione di presidi del Sant’Alessio sul territorio che offrano servizi soprattutto nel settore domiciliare. Questo richiede una serie di adeguamenti, anche nell’accreditamento, che sono già in itinere.