Io, la mia classe e le mie maestre siamo andati ad assistere ad un concerto del coro di S. Cecilia perché ci hanno invitato a cantare con loro.
Il presidente che era cieco ci ha detto che “la musica non si vede ma si sente”. Allora io da solo ho provato a chiudere gli occhi come ci ha detto lui…. Forse ero l’unico…
É cominciata la musica, ho chiuso gli occhi e mi sono detto: “ma essere cieco è bello!”. Ho pensato che se fossi stato cieco non avrei più visto mamma e papà. Vorrei che quel presidente leggesse questo racconto e sapere che anch’ io ho provato le sue sensazioni e gli sono vicino. Vorrei che anche i miei compagni provassero quelle sensazioni così anche loro gli sarebbero più vicini.
Chi scrive queste emozionanti parole è Mohamed, un bambino che frequenta la scuola primaria Raimondi di Roma e che ha conosciuto il Sant’Alessio e il suo direttore Antonio Organtini, in occasione di un evento promosso presso il Centro dall’Associazione Italia Nostra e dal Municipio VIII per la giornata mondiale dell’Infanzia.
Non è facile immaginare com’è la vita di un non vedente. Sempre più l’esperienza delle immagini è immersiva sin dalla più tenera età e l’approccio alla disabilità in età adulta è spesso mediata da pudori e resistenze. Con poche, semplici parole, l’elaborato di M. abbatte stereotipi e barriere, colma di senso l’espressione “inclusione sociale”, spesso usata anche dalla politica meno spregiudicata pur tuttavia a volte incapace di dare concretezza alle parole.
Mohamed ha nuovamente incontrato Antonio Organtini presso il parco dell’Appia a Roma lo scorso 3 dicembre, nel corso di un’iniziativa promossa in occasione della giornata della disabilità, e con grande orgoglio ha voluto consegnargli questo magnifico tema che a abbiamo il piacere di condividere con i lettori per l’importante messaggio che, senza alcuna retorica, invita all’immedesimazione, stimola a superare ogni difficoltà, chiama al dialogo, alla comprensione, all’integrazione.