Sono passati cinque mesi da quando il centro Sant’Alessio ha avviato il progetto “Percorsi riabilitativo/culturali per disabili visivi”, finanziato dalla Fondazione Poste Insieme Onlus. Persone non vedenti o ipovedenti, insieme alle loro famiglie, sono state accolte gratuitamente nella nostra struttura e hanno partecipato alle attività riabilitative svolte dai nostri specialisti. Ma non solo: per una settimana hanno visitato i musei e i luoghi più significativi della Capitale.
“Siamo stati come in famiglia”, ci scrive Elisabetta. “Il percorso culturale è stato stupendo, l’esperienza tattile accompagnata da guide preparate (non solo da punto di vista culturale) è stata magnifica. Porto a casa la consapevolezza che potrò percorrere tante strade. I miei genitori hanno anche cominciato ad abbandonare la loro iperprotettività”.
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C’è tempo fino a febbraio per partecipare al progetto “Percorsi riabilitativo/culturali per disabili visivi” del Sant’Alessio. Per prenotarsi e avere tutte le informazioni potete chiamare l’Urp al numero: 06.51.30.18.222.
Stefano, invece, ci racconta: “Ho avuto la possibilità di portare mia moglie e mia figlia a Roma per la prima volta. Siamo stati accolti da persone gentili e molto preparate, che fanno il loro lavoro in modo speciale. Lavorano con il cuore e fanno molto di più del loro dovere. Ci siamo sentiti coccolati, rassicurati, gratificati”.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è stata la possibilità di condividere questa esperienza con altre famiglie: “Abbiamo conosciuto una coppia meravigliosa di Trento, condiviso gioie e dolori, fatto amicizia. Abbiamo visitato Roma insieme, gettato le monetine nella fontana di Trevi, perciò dovremo, con piacere, ritornare. Ci hanno anche invitati a Trento. Penso che i nostri rapporti dureranno nel tempo”, continua Stefano. “La riabilitazione è stata molto utile e ci ha aperto gli occhi sulle possibilità che oggi abbiamo. Quando ho lasciato il centro mi è scappata una lacrima”.
Rita ha partecipato al progetto insieme a suo marito: “Avrei voluto che il soggiorno durasse più a lungo. Quando sono arrivata al centro Sant’Alessio, attaccata come un koala al braccio di mio marito, ero spaventata, scoordinata nei movimenti e nei pensieri, ma fin da subito mi sono resa conto dell’umanità degli operatori che mi hanno messa a mio agio. Mi ha colpito soprattutto la visita dei Musei Vaticani, una esperienza che non avrei mai immaginato di potermi permettere: un incontro ravvicinato con le opere grazie al tatto, all’odorato e all’udito. È stata grande la commozione quando mi sono trovata di fronte a opere come la “Pietà” di Michelangelo o la “Deposizione del Cristo” di Caravaggio. Mi ritengo fortunata perché ho potuto conoscere un mondo nuovo che non sapevo potesse esistere per aiutare la mia autonomia di non vedente. Ho deciso quindi di continuare ciò che questo progetto mi ha mostrato”.