Sono tanti gli operatori che in questi giorni di emergenza lavorano accanto ai 33 utenti del servizio residenziale del Sant’Alessio di Roma. Una pattuglia “eroica” che si prende cura, ciascuno per il proprio settore di appartenenza, del comparto al secondo e terzo piano di viale Odescalchi, dove alloggiano i residenti.
Le operose cucine gestite da BioRistoro Italia continuano a sfornare pietanze per garantire la regolarità dei tre pasti principali; le addette alle pulizie di Casa Comune proseguono le attività per assicurare più che mai in questi giorni, decoro e pulizia nelle camere dei residenti e in tutto l’Istituto; poi – naturalmente – ci sono gli operatori del Sant’Alessio, i più consapevoli della particolare situazione di fragilità di questi utenti, che hanno dai 17 ai 95 anni e che, lontani dalle loro famiglie, più degli altri soffrono la condizione di isolamento imposta dalla crisi sanitaria.
L’infermeria, cuore del servizio, è sempre aperta con Rosanna Roncetti e Barbara Curatolo che si alternano con le infermiere in servizio permanente della Nuova Sair, affiancate dai preziosissimi operatori socio sanitari. Il loro compito è essenziale ma le incombenze travalicano l’aspetto terapeutico. Al centro c’è il benessere psicofisico degli utenti e delle loro famiglie cui, in questo momento, sono vietate le visite e che, dunque, hanno necessità di mantenere un contatto telefonico costante con la struttura e con i loro cari.
In sede anche l’animatore socio-culturale Marco Armeni, da sempre punto di riferimento per gli utenti. Marco ha dovuto rimodulare il proprio modo di lavorare: ogni giorno incontra uno ad uno gli anziani, li informa della situazione attraverso la lettura dei quotidiani; le preghiere e le attività di socializzazione vengono fatte a gruppi di 2, ci sarà tempo, più avanti in questa primavera, per andare in terrazza e incontrarsi a gruppi poco più ampi, suonare la chitarra, recitare il rosario in modo corale. Ornella Aghetoni, instancabile, prosegue le attività di orientamento e mobilità soprattutto con i quattro utenti più giovani: Jacopo, Samuel, Pierpaolo e Daniele. Un quartetto di giovanissimi moschettieri che la crisi sanitaria, lontano dalle loro famiglie, ha unito più che mai al terzo piano del Sant’Alessio.
A loro si dedica, con la consueta meticolosità anche Elia Severi, il terapista occupazionale del Centro che, con tutte le precauzioni del caso, prosegue le Attività di base della vita quotidiana e le Attività strumentali: igiene personale, alimentazione e s/vestizione, cucina, allestimento della tavola, gestione del proprio denaro, dei propri spazi, dei propri indumenti…
Per finire ci sono i medici, organizzati dal direttore sanitario Maria Macri con la collaborazione della responsabile, Elisa Musacchio. Continua il suo lavoro il medico responsabile del servizio, Giulia De Bernardis, mentre per due volte a settimana sono di supporto anche le sorridenti neuropsichiatre del Centro: Ilaria Del Vecchio e Chiara Pirisi.
Tutti in prima linea in questa battaglia, al fianco dell’utenza fragile, che non può essere lasciata sola in un momento in cui, più che mai, il contatto umano rappresenta l’antidoto all’isolamento – allo stesso tempo arma di combattimento e odioso riflesso del coronavirus.